Arcangelo Dandini: chef, oste, ristoratore e imprenditore di successo.
“De gustibus non est disputandum” dicevano gli antichi romani, e nessuno lo sa meglio di Arcangelo Dandini, uno degli chef più rinomati di Roma. Con un mix di tradizione e innovazione, Dandini ha saputo conquistare i palati più esigenti, portando la cucina romana a nuovi livelli. Oggi abbiamo il piacere di intervistarlo e scoprire i segreti dietro il suo successo.
Chef Dandini, la sua cucina è un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione. Come riesce a mantenere viva la tradizione culinaria romana pur introducendo elementi innovativi nei suoi piatti?
Arcangelo Dandini: “Io parto sempre da un presupposto: la cucina è dinamismo. Parlare di tradizione per me significa parlare di ciò che verrà. Da qui deriva l’equilibrio tra innovazione e storia nelle mie creazioni culinarie. Nei miei piatti c’è mia nonna, c’è mio padre, ma c’è anche la prospettiva di domani. Ogni ricetta che preparo è un viaggio nel tempo: utilizzo le tecniche che ho imparato dalla mia famiglia, tramandate di generazione in generazione, ma le interpreto con un tocco contemporaneo. Questo connubio di passato e presente è ciò che rende unica la mia cucina.”
Il panorama delle startup a Roma sta crescendo rapidamente, con molte nuove imprese nel settore foodtech. Come vede il futuro della gastronomia romana in relazione a queste nuove tecnologie e tendenze?
Arcangelo Dandini: “Il futuro della gastronomia romana si muoverà di pari passo con le nuove tecnologie e le esigenze del mercato. La quinta gamma, ovvero i prodotti confezionati in laboratori super tecnologici, è in forte crescita. Questi prodotti vengono preparati, standardizzati e poi rigenerati al momento opportuno, rispondendo alla carenza di personale in cucina e alla necessità di ridurre i costi. Anche se il mio modello di produzione è diverso, riconosco che molte aziende stanno già adottando questa tecnologia e credo che rappresenterà una parte significativa del futuro della ristorazione.”
Ultima domanda: preferisce essere chiamato chef o oste?
Arcangelo Dandini: “Oste, decisamente oste. Mi piace l’idea di essere un ospite nella mia casa, accogliere i miei clienti con calore e farli sentire a loro agio. Lo chef crea, l’oste accoglie. E io amo fare entrambe le cose, ma con il cuore di un oste.”
Grazie mille, Chef Dandini, per aver condiviso con noi la sua visione sulla cucina romana e le tendenze future. La sua passione per la tradizione e l’innovazione continua a ispirare sia i romani che gli amanti della buona tavola di tutto il mondo. È chiaro che, con figure come lei al timone, la cucina romana non solo manterrà le sue radici profonde, ma fiorirà anche in nuove direzioni, fondendo sapientemente il passato con il futuro. La sua dedizione a mantenere viva la tradizione, mentre abbraccia il cambiamento, è un esempio luminoso di come la cucina possa evolversi senza perdere la propria anima. Grazie per essere un faro di eccellenza culinaria e per ricordarci che, anche in cucina, l’innovazione e la tradizione possono andare mano nella mano.